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Tag Archives: arte

“La PopArt incontra la letteratura Pop(olare) di Tommasino Giaretta”

“La PopArt incontra la letteratura Pop(olare) di Tommasino Giaretta”
Al Castello inferiore di Marostica domenica 10 gennaio 2016 alle ore 17 le divagazioni artistico-letterarie dello scrittore Giaretta e dell’artista Sasha Torrisi a chiusura dell’esposizione “PopVision”

Si sa che la Befana tutte le feste porta via, ma nel 2016 lascia eccezionalmente nel Castello Inferiore di Marostica un cadeau per gli appassionati dell’arte popolare, o meglio della Pop Art.

Domenica 10 gennaio sarà infatti l’ultimo giorno per farsi trasportare nella sgargiante dimensione della “POP Vision” di Sasha Turrisi. L’artista e musicista, ex frontman dei Timoria, chiuderà l’esposizione che finora ha riscosso un notevole gradimento da parte del pubblico e della critica, confrontandosi con il suo alter ego letterario: il giornalista e scrittore vicentino Tommasino Giaretta.

L’appuntamento è alle ore 17 nelle sale espositive del Castello Inferiore che Sasha Torrisi ha trasformato in vero e proprio lab artistico, dove hanno trovato spazio live performances e dove lo scrittore Giaretta si esprimerà per mezzo della sua spumeggiante creatura letteraria, Tote, protagonista visionario dei mitici anni Cinquanta e Sessanta del penultimo libro “il mondo di Tote” (2011) e testimone della rivoluzione culturale che l’avvento del mezzo popolare per eccellenza, la TV, ha portato nella vita degli italiani. Tra opere grafiche, televisori e documenti vintage e di modernariato, sarà quindi l’irriverente Tote a dar voce alle rappresentazioni di Sasha Torrisi, dicendo la sua sulle protagoniste erotico-melodiche di Dadaumpa e del Cantagiro, sulle tormentate vicende dei personaggi di Carosello, sulle vicende storiche e di costume, in particolare sull’epocale quanto discusso sbarco sulla luna.

Giaretta e Torrisi, appartenenti a due momenti generazionali diversi e sperimentatori di percorsi lavorativi e culturali molto lontani, trovano un punto d’incontro nell’arte popolare e si scoprono sostenitori della stessa istanza: pur riconoscendo la funzione di emancipazione che la televisione ha operato negli scorsi decenni per un’intera nazione, ne caldeggiano oggi lo spegnimento. Per ricominciare a fare arte, secondo Torrisi, per riscoprire il gusto intimo della lettura e ritrovare una nuova forma di vita sociale che la tecnologia ha tolto, secondo Giaretta.

La performance di Giaretta sarà vivacizzata da momenti musicali a tema regalati dai preziosi vinili della collezionista e DJ Giovanna Caldana.

L’appuntamento è quindi per domenica 10 gennaio 2016, ore 17, al Castello Inferiore di Marostica con ingresso libero.

L’esposizione “Pop Vision” è visitabile dalle 10 alle 12.30, dalle 15.30 alle 20 fino al 10 Gennaio 2016 sempre ad ingresso libero.

Per maggiori informazioni: www.sashatorrisi.it – www.menegusmichela.com

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“L’ultimo libro di Tommasino Giaretta: Pan e pero”

“L’ultimo libro di Tommasino Giaretta: Pan e pero”
L’ultimo libro di Tommasino Giaretta: Pan e pero

Arriva un treno-merci letterario carico di biodiversità spirituale e naturale

Questa volta il volpone di Lanzè, alias lo scrittore e giornalista Tommasino Giaretta, ha confezionato uno scherzetto secondo il suo stile per i suoi devoti lettori, i quali hanno fino ad oggi pazientemente atteso  quattro lunghi anni per sapere se il Tote aveva fatto la fine del pantegano nel fossato di Villa Tacchi. Invece i fans rimarranno a bocca asciutta, perché il nuovo libro di Giaretta, “Pan e pero”, si annuncia come un prequel, cavalcando la moda delle grandi produzioni oltreoceano.

Tote c’è, Toni Ultimo pure, ma non sono quei personaggi che avevano così fragorosamente riempito le pagine dei racconti de Il mondo di Tote: essi compaiono come degli acerbi ragazzotti i quali, in gruppo l’Armando o il Milchi, si scartano e accompagnano in modo impercettibile il lettore: la loro presenza è appena palesata da un moto o una battuta per poi ritirarsi a far spazio ai protagonisti principali, ovvero  uomini, animali e prati.

Tuttavia più animali che uomini, più paesaggi che esseri umani sono narrati in questo lungo treno-merci di rapidissimi racconti, indipendenti ma legati l’uno all’altro di modo che uno tiri l’altro in una lettura che fa rimanere il lettore “impalato ed estasiato” come i ragazzini di campagna al passaggio di quel “ mostro d’acciaio che sputava fuoco, acqua e vapore”. Un treno-merci di cinquanta ricordi nella campagna vicentina, dal Dopoguerra fino agli Sessanta, ben stoccati e numerati in filoni tematici che fanno emergere un bisogno urgente di ordine da parte dell’autore.

Sarà per questa nuova stagione del sentire di Giaretta che il nuovo libro si presenta con una veste grafica essenziale, senza immagini all’interno, con una copertina dalle forme semplici e ben definite, dai colori tenui e naturali ma elegantemente bilanciati tra i dominanti verde e celeste, in cui l’assenza fisica dell’uomo è amplificata dal cappello penzolante e la cui intelligenza sensibile è trasfigurata nella volpe, il renart dei fabliaux, simbolo della furbizia e della scaltrezza per eccellenza.

In “Pan e pero” effettivamente tutto è messo in riga come il “domino delle casette” del Vatican,  punto di inizio dell’inedito percorso artistico di Giaretta e punto di non-ritorno rispetto al “vecchio Vatican” di Nane Russa. “Pan e pero” è una piana dove i racconti si stagliano in una sorta di tassonomia del passato universo contadino che recupera una dimensione spirituale e linguistica bio-diversa mediante l’utilizzo, seppur parsimonioso, di termini dialettali ormai dimenticati e in via d’estinzione. “Pan e pero” si pone infatti come un’opera di recupero di lessico familiare e sociale attraverso un dizionario di toponimi, un dispiegamento di sinonimi e un inventario di nomi relativi a animali e a elementi vegetali della campagna. L’insieme è condito da stile narrativo che rimanda alla raffinata giocosità del Rodari, con la differenza che qui Giaretta costruisce degli originalissimi calembours orientandosi verso la retorica delle figure di suono, tra le allitterazioni e le assonanze dell’italiano e del veneto. Se poi ne “Il Mondo di Tote” si sprecavano i parallelismi e le comparazioni, qui l’autore si specializza nella metafora e nella personificazione. A onor del vero, la personificazione viene sapientemente maneggiata e usata per un unico scopo: rimbalzare i sentimenti umani. Essa può quindi diventare “animalizzazione” dell’esser umano, come nel racconto de La donnola, e delle cose, come la memorabile trasformazione del treno merci in un serpente carbonasso o in un mostro di ferro di matrice naturalista zoliana; la personificazione si spinge ad assurgere a “umanizzazione” degli animali, come nella descrizione del “cane da cristiani” La Jena, e delle cassie nei paesaggi de La sgora.

La maestria dell’autore riesce a non far deragliare l’intera carovana nel dirupo del passatismo nostalgico, stemperando i condensati di alta prosa poetica con un ritmo narrativo veloce, ritmato e brioso e punteggiando la scrittura con un senso dell’umorismo che parte dalla freddura inglese, come nell’episodio del Pajetta o nei passi de I Russi, fino a sfociare in un’incontenibile irriverenza, come nel racconto de I campi del prete.

“Pan e pero” è un treno che scarica a ogni fermata di racconto uno dei grani di saggezza che lo compone, per voce della tuonante Rosa Jaretona o di quel censore dell’Ernesto, le ombre lunghe dell’umanità sanguigna dell’infanzia dell’autore. Il provocatore Giaretta a volte lascia sui binari fardelli ingombranti, istanze attuali e spinose su cui il lettore è chiamato a riflettere:  la disabilità, il benessere animale, la pratica della caccia, il saccheggio del paesaggio, la perdita della biodiversità spirituale e naturale, la difesa della proprietà … .

Ed è proprio spinto dall’eco degli spari del Casermòn, che il lettore deve saper prender coraggio per saltare al volo sul primo vagone, per partire in questo nuovo viaggio nella “Piccola Olanda” dell’est vicentino, per arrivare infine nella dimensione del “verde diamante” di Tommasino Giaretta.

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“Pan e pero”

“Pan e pero”

Pan e pero

Storie di uomini, animali e prati

 

 

Presentazione del libro dello scrittore e giornalista Tommasino Giaretta

Venerdì 6 novembre 2015 ore 20.45

Villa Ca’ Prigioni  – via Montegrappa, 2 – Lanzè di Quinto Vicentino (Vicenza)

Con l’autore saranno presenti:
- Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale Veneto
- Gianni Giolo, critico letterario e autore della prefazione
- Secondo Pillan, profondo conoscitore del percorso letterario dell’autore.

Organizzata nell’ambito della rassegna “Veneto, spettacoli di mistero 2015”
con il patrocinio della Regione Veneto, la serata sarà condotta da Michela Menegus Paulin.

Al termine buffet con prodotti tipici a chilometro zero.

ENTRATA LIBERA

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“di BOCCA in BOCCA”

“di BOCCA in BOCCA”

di BOCCA in BOCCA
Storie di ordinaria gastronomia dall’Est Vicentino:

Bolzano Vicentino e dintorni

Autori: Michela Menegus Paulin e Graziella Poianella
Prefazione: Francesco Soletti

 

Foto: Roberta Battaglia, Alessandro Beggio, Daniele Masi

Contribuzioni letterarie: Tommasino Giaretta

Contribuzioni scientifiche: Diego Albanese

La pubblicazione racconta tradizioni e particolarità gastronomiche di una parte della provincia di Vicenza, è diviso in quattro capitoli, ha come filo conduttore la gastronomia, inserita nel contesto storico, con l’evoluzione dell’economia e dei consumi, con le tipicità offerte dal territorio inserite in ricette proposte in modo classico oppure rivisitate. A fare da contrappunto tra un viaggio nel territorio e una ricetta, alcuni brani di scrittori locali che descrivono la vita di paese nel passato ed alcune note di carattere scientiifico-medicale. Dalla grafica accattivante e ricco di belle immagini, propone un modo diverso di raccontare l’est vicentino.

Titolo: di Bocca in Bocca
Autori: Menegus Paulin Michela Poianella Graziella 
Isbn: 9788884497673
Anno: 2015
Formato: A5
Pagine: 136
Prezzo: 12.00

 

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“Da Vajenti a Vajenti: info”

Esposizione di fotografie storiche dall’Archivio Vajenti e di pitture ad olio di Annadiana Vajenti

Orari di apertura:
Lunedì-Venerdì  10.00-12.00, pomeriggio su appuntamento / Sabato e Domenica 10.00-12.00/ 15.00-19.00

Info: info@menegusmichela.com – Per visite private:   348/4049039 –   328/9115485

Expo of historical photos chosen from the Archivio Vajenti and of the oil paintings of Annadiana Vajenti

Opening time:
Monday-Friday 10.00-12.00, afternoon on demand / Saturday & Sunday 10.00-12.00/15.00-19.00

Info: info@menegusmichela.com – For private visits: + 39 328/9115485

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“Da Vajenti a Vajenti: dalla fotografia storica alla pittura”

“La mia città” di Annadiana Vajenti, olio su tavoletta, 2012

 

01/05/2015

Da Vajenti a Vajenti: dalla fotografia storica alla pittura

In collaborazione con l’Assessorato alla Partecipazione ai Proti si inaugura un percorso figurativo della città di Vicenza dal ‘900 ad oggi

Inizia sabato 9 maggio alle ore 17 presso il complesso de’ Proti-Vajenti-Malacarne l’evento “Da Vajenti a Vajenti”, un omaggio alla città di Vicenza meditato a lungo da Annadiana Vajenti e che oggi si concretizza con un percorso espositivo inedito per la città, costituito da una trentina di opere tra fotografie storiche estrapolate dall’Archivio Storico Vajenti e le sue pitture ad olio.

L’iniziativa è stata incoraggiata e supportata dall’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Vicenza e dall’Associazione Volontariato, gestore del Centro diurno de’ Proti, organizzata da Menegus Michela e l’Associazione Culturale BOLArt con il patrocinio del Consorzio di promozione turistica Vicenzaè e del Comitato di Expo Venice.

La figlia d’arte del celebre fotografo vicentino Giampaolo Vajenti, celebra la memoria della famiglia di artisti – il pittore Giovanni Speranza De’ Vajenti attivo nel ‘500, autore de “La Vergine assunta in una gloria di angeli” conservata presso i musei di Palazzo Chiericati, è antenato di Annadiana –  quella del nonno Carlo e soprattutto quella del padre Giampaolo, il quale ha spaziato tra l’attività di fotografo e di comunicatore d’immagine, operando  anche nel mondo della cinematografia e della televisione. La pittrice Annadiana Vajenti, formatasi Scuola d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova e con un’esperienza lavorativa nel settore della moda come Designer di stampa e tessitura, espone al pubblico le sue opere pittoriche ispirate dai ricordi di infanzia e di gioventù, trasfigurando le l’immagini della città natale fissate dal padre e dai suoi antenati, per poi proporre il suo percorso artistico personale: da Vajenti a Vajenti per continuare la tradizione artistica di famiglia. Annadiana Vajenti con una pittura apparentemente ingenua riporta agli occhi il vissuto di una città che entra nel cuore: l’eleganza delle pennellate, il colorismo garbato, il gusto de rito, la serena impostazione della quotidianità sono i valori della “vicentinità” che ella traspone nelle sue opere non senza una vena nostalgica.

In un percorso espositivo dove arte e legami familiari si integrano naturalmente, la scelta di localizzare il percorso espositivo presso il  complesso dei Proti, istituto oggetto anche di un lascito testamentario della famiglia dei nobili Vajenti nel 1854, appare più che naturale e coerente. Da parte degli organizzatori la volontà di animare un così importante contenitore con delle iniziative culturali di carattere storico-letterario-culturale si è concretizzata nel momento della vernice di sabato 9 maggio dove alle ore 17 due illustri personaggi apriranno l’evento con un’amabile conversazione su Vicenza: Mario Bagnara, presidente della Biblioteca di Civiltà Contadina La Vigna, e Walter Stefani, giornalista, storico e collezionista vicentino.

Infine anche la scelta di contestualizzare il percorso espositivo nel primo semestre del 2015 non è casuale: il 9 giugno 2015 cade per l’appunto il centenario della nascita di Giampaolo Vajenti che si ricorderà sabato 7 giugno con un appuntamento di carattere letterario curato da uno scrittore vicentino d’eccezione, Tommasino Giaretta, ed un memorial dedicato a Giampaolo Vajenti.

L’appuntamento è per i vicentini e per i visitatori da ogni parte del mondo in quanto il percorso è didascalizzato anche in lingua inglese:

Sabato 9 maggio – Domenica 7 giugno 2015

Lunedì-Venerdì  10.00-12.00, pomeriggio su appuntamento / Sabato e Domenica 10.00-12.00/ 15.00-19.00

Complesso de’Proti – Vajenti – Malacarne Via De’ Proti 3 36100 Vicenza

Info: info@menegusmichela.comwww.menegusmichela.com.

Patrocini: Comune di Vicenza, Consorzio Vicenzaè, Expo Venice

Organizzatori: Assessorato alla Partecipazione del Comune di Vicenza, Associazione Volontariato, Menegus Michela, Associazione Culturale BOLArt

Partners:Fondazione Archivio Storico Vajenti, Cantina Pegoraro, Distillerie Schiavo, Az. agricola Branco

Link utili:

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“X4: le quattro incognite della fotografia di Beggio”

Alessandro Beggio, foto di Riccardo Stocco

Alessandro Beggio, foto di Riccardo Stocco

15/03/2015

X4: le quattro incognite della fotografia di Beggio

Alessandro Beggio protagonista del secondo appuntamento della rassegna espositiva iperBOLArt

Dal 21 al 29 marzo 2015 l’associazione culturale BOLArt attiva ormai da anni nel campo delle arti e della cultura territoriale, propone con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monticello Conte Otto la prima personale di fotografia dell’artista Alessandro Beggio nella sede espositiva della Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto “iperBOLArt” atto a valorizzazione dei talenti individuali di BOLArt, un gruppo di artisti e intellettuali sopra le righe per l’appunto, in virtù della loro personalità e della loro formazione.

Dopo il successo del primo appuntamento, la personale di pittura di Laura Vitali, la rassegna prosegue ora spostandosi nel campo della fotografia con l’esposizione di X4 ad opera di un artista vicentino versatile: Alessandro Beggio.

Nato a Vicenza, dal 1979 Beggio comincia a frequentare il circolo di pittura “La Soffitta” dove si forma sotto la guida del maestro Otello De Maria. Si stacca presto dalle iniziali esperienze figurative rivolgendosi all’astrattismo, forma espressiva più congeniale alla sua polivalente personalità. Divenuto presto artista noto e stimato a livello provinciale e regionale è stato recensito da Salvatore Maugeri, Giuliano Menato, Maria Grazia Martino, Maria Lucia Ferraguti, Davide Piazza.

La pratica della continua ricerca estetica e la non sopita curiosità verso il figurativismo lo portano tuttavia ad avvicinarsi anche alla fotografia, arte nella quale egli si immerge sia fisicamente nella pratica subacquea, sia intellettualmente nella sua infaticabile tensione verso la sperimentazione. Se dal 1980 espone incessantemente in numerose collettive e personali di pittura, solo oggi Beggio ritiene che i tempi siano ormai maturi per esporsi in solitaria al pubblico come fotografo.

X4  , titolo di esordio della prima personale di fotografia di Beggio, suggerisce nella sua sintesi criptica la cifra intellettuale dell’arte di Beggio. La sua ricerca, qui declinata in quattro saggi fotografici, forse non lo riappacifica – come egli suppone – con mondo del figurativismo

Le sue “Ladies in the water” sono volumi femminei che levitano in un universo onirico ch’egli rende con incredibile perizia e con sussurrata sensualità; si diverte abbattendo il medium acqueo a pescare una farandola di forme e di colori subacquei, a fonderli per poi distillare i principi del mistero muliebre: la donna di Beggio è lieve principio di ogni cosa.

La serie di “Mosse”, fotografie in fieri, è forse il tentativo di fissare il processo e di dimostrare come esista un’altra dimensione foriera di significati come la realtà istantanea: quella del possibile, del divenire, ovvero del movimento.

In “Antroprospettive” ritorna un tema caro al pittore Beggio: il paesaggio quasi sempre privato della figura, ma non della presenza umana, quindi fortemente antropizzato. Ecco quindi proposte delle narrazioni di quotidiana convivenza tra uomo e natura, di bruschi incontri di mondi in dialettica, di prospettive ad ispirazione modernista. Lo sforzo di Beggio non è tanto quello di immortalare il paesaggio, quanto quello di investigare sul tempo e sullo spazio, le infaticabili forze nascoste che cambiano il mondo e le persone.

Infine in “Manifesti strappati” il Nostro fissa tutta la forza dello strappo della realtà in un sovrapposizione di colori, in giustapposizioni fortuitamente spettacolari e fortunatamente reali, che egli riesce a trasfigurare in opere astratte dove il furor del pittore fa capolino con un malizioso trompe-l’oeil.

Una sorta di firma d’autore a chiudere questo episodio espositivo e a preludere forse a un futuro impegno all’insegna della contaminazione delle arti.

“X4” – Esposizione personale del fotografo Alessandro Beggio

Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo di Monticello Conte

Ingresso libero  -  Durata: 21-29 marzo 2015 – Vernice: sabato 21 marzo ore 18.00

Orari apertura al pubblico:
da Martedì a Venerdì ore 16-19
Sabato e Domenica ore 10-12 e 16-19
Lunedì chiuso

Alessandro Beggio -  Informazioni:  alessandro@artebox.it -  www.artebox.it

Curatrice:

Michela Menegus Paulin -  Informazioni:  info@bolart.it

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“Il Futuribile secondo Laura Vitali”

 

 

 

 

 

 

 

28/01/2015

Il Futuribile secondo Laura Vitali

Un’artista sopra le righe apre la rassegna culturale iperBOLArt con un saggio pittura poetica

Dal 31 gennaio al 8 febbraio 2015 l’associazione culturale BOLArt attiva ormai da anni nel campo delle arti e della cultura territoriale, propone con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monticello Conte Otto la personale di pittura di Laura Vitali nella sede espositiva della Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto “iperBOLArt” atto a valorizzazione dei talenti individuali di BOLArt, un gruppo di artisti e intellettuali sopra le righe per l’appunto, in virtù della loro personalità e della loro formazione. La pittrice Vitali sarà quindi affiancata nella vernice di sabato 31 gennaio da altri due compagni d’arte, gli attori Marcello De Boni e Gilda Guiotto, che interpreteranno le sue composizioni.

Laura Vitali con le sua ventina di tele ad olio corredate da pensieri sparsi offre infatti una disquisizione visiva e verbale sul tema del futuribile, ovvero del futuro che rimane nell’ambito del possibile in una dimensione non sicuramente da compiersi. Il tema viene declinato nella chiave della sostenibilità scorrendo su un duplice piano di lettura: la futuriblità naturale, in cui l’istanza ambientalista emerge con chiarezza e la futurilibità urbana, in cui antropizzazione e vita sociale sono scansionate con rigore geometrico. Il percorso si diluisce su superfici terse e fredde, riscaldate ora da strisce rosate o da spaziature d’ocra, e converge sia concettualmente che fisicamente sulla questione fondamentale della futuribilità umana risolta dall’artista con un auspicio: l’immortalità della conoscenza. Lo sguardo di Laura Vitali alla vita futura è positivamente franco, immediato nello scambio, fecondo nell’esperienza. Passa tuttavia oltre gli oggetti che ella raffigura perché ella agisce come una creatura ha già visto e provato e che quindi si può concedere la licenza di inventare nuovi spazi dechirichiani in cui sospendere spazio e tempo, passato e contemporaneità, con soluzioni per l’appunto futuribili. Senza troppe implicazioni morali, la sua pittura prescinde la natura e la tecnica lasciando lo spettatore esterrefatto innanzi a cotanta sfrontata sicurezza. Sicurezza che assurge a indipendentismo di un’artista per l’appunto sopra le righe, in un ossimoro reale che vede una signora ultraottantenne assumersi lucidamente la responsabilità sociale del futuro.

Laura Vitali è nata a Parma, vive e opera a Vicenza e Bolzano Vicentino. Pittrice, diplomata all’Istituto d’Arte Toschi di Parma, ha tenuto personali in svariate città del Nord Italia e partecipato a rassegne in Italia e all’estero, tra cui l’Artexpo di New York, la fiera d’Arte Contemporanea di Atlanta, l’Art Buyers di Dallas, l’Arte fiera di Vicenza, l’Artexpo di Verona. Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti in concorsi nazionali si annoverano il Fiorino d’oro Città di Firenze (1951) e il Primo Premio Città di Verona (1979). Recensita su giornali e pubblicazioni d’arte, alcune sue opere sono presso la Pinacoteca d’Arte Moderna S. Francesco di San Marino, il Centro Europeistico di Cultura di Parma e in collezioni private in Italia e negli Stati Uniti.

“Futuribile” – Esposizione personale della pittrice Laura Vitali

Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo di Monticello Conte Otto (Vicenza)

Ingresso libero

Durata: dal 31 gennaio al 8 febbraio 2015

Vernice: sabato 31 gennaio 2015 ore 18.00

Orari: lunedì-domenica 16.00-18.30 – domenica:10.00-12.00

Curatrice: Michela Menegus Paulin -  Informazioni:  info@bolart.it  - laura.vitali34@gmail.com

 

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“Una sfilata di personaggi del mistero firmata da Giaretta”

“Una sfilata di personaggi del mistero firmata da Giaretta”

17/11/2014

Una sfilata di personaggi del mistero firmata da Giaretta

Nella sconsacrata chiesetta di Santa Lucia a Thiene ultimo appuntamento di Veneto Mistero dello scrittore vicentino

L’imminente chiusura della sesta edizione della rassegna regionale Veneto Spettacoli di Mistero non poteva non contemplare una performance da solista di un veterano del festival, Tommasino Giaretta, scrittore e giornalista vicentino, nonché uno degli autori veneti del mistero che continuano a donare linfa al festival con prose originali, concentrati di esperienze personali e recupero di letteratura orale.

La kermesse di “Femene e Omani da Brividi” è riconducibile a una parata di personaggi della mitologia del mistero tratti dai racconti editi ed inediti di Giaretta, il quale da oltre cinque anni ha rilanciato la moda del contastorie.

La passerella allestita per la soirée thienese non poteva non annoverare tra dei personaggi del mistero l’intramontabile omo invisibile, temibile personaggio dimorato presso il Ponte delle Strie tra Poianella e Bolzano Vicentino, che incarna nell’orrore delle sue fattezze e nelle sue nefandezze l’ancestrale paura dell’oscurità. Il senso del macabro è stilizzato poi nella figura del sagrestàn, personaggio vicino al sacro dalla mano deformata ed insidiosa, che entra nel modo più subdolo nella tranquilla routine di una comunità di campagna violando la religiosità della giassara e togliendole ogni notte quanto di più prezioso esiste al mondo: il latte … !

Ma Giaretta apre la sfilata sempre e comunque con l’elemento femmineo: porta perfino sul palco l’immancabile strega Bettina dagli oci storti, alias la vecchia più brutta e stramba del paese considerata da tutti una fattucchiera; la contadina lascia quindi il posto poi ad avvenente sconosciuta, la diavolessa generatrice di rovinosi e perniciosi fontanili di risorgiva. Il coup de théâtre finale tuttavia rimane la rappresentazione della parabola della morte: l’ultima entrata è infatti quella della dama in nero, la quale “sollevata appena da terra, avanza con grazia, fluttua con le movenze di una ballerina lasciandosi dietro il lungo strascico e la scia di un vago profumo di violetta”.

La passerella su cui Giaretta pone le sue creature a sfilare è un “green carpet”,  quella ormai mitica striscia di campagna veneta compresa tra l’alveo del Brenta e la fascia delle risorgive, dove le creature del mistero  sopravvissute nell’ immaginario collettivo figlio della Controriforma, assurgono a campioni di superstizione popolare.

Il tutto sarà on stage venerdì 21 novembre 2014 a partire dalle 20.45 nell’intima cornice dalla Galleria d’arte già Chiesetta di Santa Lucia di Thiene, in una serata letteraria organizzata da Elsa Marsilio dell’Associazione Le Mani e Michela Menegus. Ed in linea con la poetica di Giaretta e con lo spirito del festival, volti al recupero ed al memento ai posteri delle nostre più profonde radici, lo spirito della tradizione si condenserà nei nuovi panni de “La Proibita”, a fortificare gli animi dopo la performance letteraria.

Per saperne di più:

Veneto Spettacoli di Mistero: www.spettacolidimistero.it

Tommasino Giaretta: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommasino_Giaretta

Associazione Le Mani: http://www.lemani.org/galleria1.htm

Michela Menegus:  http://www.menegusmichela.com

Distillerie Schiavo http://www.schiavograppa.com

Tommasino Giaretta

Tommasino Giaretta, scrittore italiano nato il 26 gennaio 1952 a Lanzè di Quinto Vicentino (VI) ivi tuttora residente. Insegnante e giornalista, è iscritto dal 1992 all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, elenco Pubblicisti.  Collabora da oltre un ventennio con periodici locali, ma principalmente con il quotidiano Il Giornale di Vicenza e il mensile Realtà Vicentina. E’ Direttore Responsabile de Il Guado dell’Antico Mulino, periodico della Pro Loco di San Pietro in Gu (PD). Profondo conoscitore della realtà vicentina, Tommasino Giaretta narra in brevi racconti, intercalando la lingua italiana al dialetto vicentino, episodi di vita ordinaria e straordinaria ambientati nella campagna della provincia di Vicenza del dopoguerra, in un’epoca segnata dal tramonto della civiltà rurale e dal passaggio alla civiltà industriale. Alcuni dei suoi racconti sono stati adattati in commedie teatrali dove lo stesso scrittore è voce recitante, tra cui L’omo invisibile e altri misteri popolari. Ha al suo attivo cinque volumi di racconti (Storie in corte 2001, Storia Memoria 2003, Orapronobi 2005, Storie dell’altro mondo 2008, Il mondo di Tote, 2011), di cui ha venduto migliaia di copie, e significativi menzioni (Il fontanòn del diavolo – racconto Menzione speciale 2009 nell’ambito del Festival regionale Veneto Spettacoli di Mistero; “Il pensiero va a Pforzheim 5ª edizione Premio Letterario Nazionale ” Voci…Verdi” di Bassano del Grappa (VI) 2012 – Finalista pubblicato nell’Antologia del Concorso sezione prosa; Il mondo di Tote – IV classificato Premio Internet Una montagna di Libri Cortina d’Ampezzo 2012, “Pomeriggio d’estate” 7 ª   edizione Premio Letterario Nazionale ” Voci…Verdi” di Bassano del Grappa (VI) 2014).

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“Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete”

“Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete”

20/10/2014

Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete

Con la nuova legge regionale sul turismo Veneto (L.R.11) entro fine ottobre saranno ufficializzati tutti i nuovi Consorzi Turistici Tematici (STT) che andranno a sostituire i vecchi Consorzi Turistici Locali (STL). Uno dei tematismi designati dalla Regione Veneto raggruppa le grandi testimonianze storico-architettoniche della Serenissima Repubblica di Venezia, cioè quello delle Ville Venete, delle Città d’Arte, dei Borghi Storici, delle Città Murate e Sistemi Fortificati.
Il neonato Consorzio Ville Venete Sede con sede in Villa Ducale Riviera Martiri della Libertà, 75 a Dolo (Venezia) si propone pertanto di costituire un unico “ConsorzioVille Venete e Città d’Arte” per mettere in rete le affascinanti Ville Venete aperte al turismo, le Città d’Arte e le Città Murate.

Fa piacere constatare che dal lontano 2009, anno della mia contribuzione al primo progetto di marketing turistico “Utilizzo turistico sostenibile del patrimonio architettonico veneto – Piano di valorizzazione turistica delle Ville e delle dimore storiche venete” per la Regione Veneto nell’ambito della mia attività nel “Coordinamento Veneto delle Ville e Dimore Storiche” e anno della mia tesi di Master con Giulio Bellemo nelle quale si ipotizza un Sistema Turistico Regionale costruito sulle rete delle dimore storiche “Ville e dimore storiche del veneto. Un nuovo modello di sistema turistico interprovinciale” , con la nuova legge regionale l’idea di un ST regionale comincia a prender forma.

L’auspicio è che l’OM possa esser messo nelle condizioni di operare un’efficace governance, che non solo implica la creazione di una rete territoriale ma impone un’unica scelta per essere vincenti: strutturare un prodotto territoriale sinolo di impresa, cultura, territorio e turismo che abbandoni finalmente l’orizzonte miope di abusati itinerari e masticati pacchetti turistici.

Il tutto con rapida incisività e logica innovativa sia nei processi sia nel management perchè il mutato ambiente socio-economico-politico non ci concederà più di rimanere in stand-by per un nuovo quinquennio.

 

 

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